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Tutto sul Sabrage: scopri l'arte della sciabolata!

02/03/2023

L’arte della sciabolata per aprire lo champagne è un vero spettacolo per gli occhi (e poi per il palato). Per sciabolare, però, non bisogna improvvisarsi, o si correrebbe il rischio di sprecare una buona bottiglia di bollicine… e magari farsi pure male. 
Un buon modo per approcciarsi al meraviglioso mondo del sabrage è quello di conoscere meglio questa tradizione, a partire dalle sue origini fino agli impieghi contemporanei. Quindi… da dove iniziamo?

Le origini del Sabrage

Il Sabrage, per quanto sia diventato molto di moda negli ultimi tempi, ha in realtà origini centenarie. Dobbiamo infatti tornare indietro fino ai gloriosi tempi di Napoleone per scoprire la nascita di questa tradizione.
 
Si racconta infatti che il condottiero francese amasse festeggiare le sue vittorie in campo con un po’ di bollicine. Mito o realtà? Non lo sappiamo per certo, perché c’è chi dice che le bollicine fossero invece il festeggiamento imposto per quando l’esercito napoleonico andava in visita presso i territori imperiali. Fatto sta che fu proprio in questo clima che i napoleonici iniziarono ad usare la “sabre” (la sciabola in dotazione della cavalleria leggera dell'esercito) per aprire le bottiglie di champagne. Da qui anche il termine Sabrage, che significa, appunto, “sciabolata”.
 
Nell’uno o nell’altro caso, è chiaro che il gesto della sciabolata era riservato solo a degli eventi speciali; e, in fondo, così è ancora oggi. 
 
Non si sciabola tutte le volte che si beve champagne, però capita di godersi questo spettacolo in occasione di cerimonie e feste importanti. In effetti, secondo alcuni esperti, è meglio che resti una tradizione limitata
 
Benché una bella sciabolata sia senza dubbio un evento da ricordare, dall’altra parte i puristi del gusto fanno notare che i vini come lo champagne, i prosecchi e lo spumante non danno il meglio di sé in presenza di escursioni termiche e cambi improvvisi di pressione. Con una sciabolata, quindi, il vino perderebbe alcune di quelle caratteristiche organolettiche che lo rendono unico e apprezzabile.

Tuttavia, concedersi il lusso di un bel tocco di Sabrage è un’esperienza che merita di essere goduta. O no?

Come fare la perfetta “sciabolata” con la sabre

Dedicarsi al Sabrage richiede tempo e pratica. E, ovviamente, i giusti strumenti. Per effettuare un colpo preciso serve infatti la sabre, ovvero la sciabola del sommelier.

La sabre à champagne

Si tratta di una sciabola con una lama senza filo di lunghezza variabile, ma mai superiore ai 30 cm. Il modello di sciabola Due Cigni, ad esempio, vanta una lunghezza complessiva di 43 cm incluso il manico, ideale per consentire un colpo secco e ben assestato tenendo ben salda la presa.

sciabola-sommelier-sabrage

Non solo: questa sabre si fa notare per l’acciaio T5MoV, un materiale di eccellente qualità resistente alla ruggine o all’usura. Per non parlare del manico, realizzato in pelle nera e filo d’argento, o ancora del paramano in acciaio, un dettaglio di stile che aiuta a bilanciare il peso complessivo della sciabola durante l’assestamento del colpo.
 
Con uno strumento di questo tipo, effettuare il Sabrage sarà senza dubbio più facile… e ancora più scenografico!

La tecnica del sabrage

Veniamo ora a come fare una sciabolata perfetta.
 
Per prima cosa, ricordiamo che i vini adatti a questa tecnica sono le bollicine, quindi champagne, prosecchi e spumanti. I motivi sono molto semplici:
 

  • La pressione interna di questi vini è maggiore rispetto a quella dei vini fermi, che infatti non si prestano a questa tecnica;

  • Il design delle bottiglie di questi vini, contraddistinto da un collo con labbro, è perfetto per ricevere il colpo con la sciabola.

 
Le bottiglie di vino devono poi essere poi assolutamente fredde, così che il vetro sia rigido a sufficienza per ricevere il colpo della sciabola del sommelier.
 
Chiarito questo, passiamo agli step per sciabolare come un vero esperto!
 
Innanzitutto, la sciabolata non consiste semplicemente in un colpo secco, o peggio assestato perpendicolarmente alla bottiglia. 
 
Piuttosto, bisogna posizionare la bottiglia a 45° (dopo aver rimosso la gabbietta metallica del tappo alla bottiglia e la carta argentata che ricopre il collo): a questo punto, dovrai prima far scivolare la lama lungo la bottiglia e poi assestare il colpo, colpendo il collo con una leggera inclinazione
 
Così facendo, non dovrai imprimere troppa forza al colpo: il nostro scopo non è infatti tagliare il vetro, ma causare l’apertura della bottiglia grazie alla pressione interna del vino che, dopo il colpo netto, farà facilmente staccare il “labbro” della bottiglia dal resto del collo.
 
E, a questo punto, non ti resterà che brindare!



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